GIAPATOI

Archivi per il mese di “novembre, 2010”

NO SHAME ! ( Alibi dell'Anno 2010)

"Le ggiuro avvocato.
La roba non era mia era di Tarik.
Io non sapevo che avesse il fumo 'sto deficente.
Voglio indietro la mia patente , sbirri di mmeee..!

Calmo ragazzo e tu Tarik, che dici ?

"Senti avvocato è andata così:
io per caso ho pestato quel pezzo di hashish, no
che mi è rimasto sotto la scarpa,no
poi quando sono salito in macchina, no ,
si è staccato ed è finito sotto il tappetino dove l'han trovato i carabinieri di mmee.. 
E' la ve-ri-tà!"

mmmmmmm…                         
Tu dici?

 

Lessico familiare

Sei sfelice ?

BAKU- Repubblica Socialista Sovietica dell'Azerbaijan ( il viaggio continua )

Ritroviamo i nostri tre giovani esploratori immersi in profonde riflessioni  sul lungo mare ( lungo lago?) di Baku.
Avanti a loro il Mar Caspio appare come un liquido  denso ed iridescente  che ondeggia pesante a perdita d’occhio.
La baia è chiusa da pozzi di petrolio raggiunti da infiniti pontili .


 
“Tu dici che si può mettere nella vespa?”
“Boh, acqua di certo non c’è ne qui, ma non so se è “al due”?
 “Mah!”
“ Mah!”
 
 
Il filo dei pensieri viene interrotto solo  dai richiami delle nostri amorevoli guide che ci richiamano alla cena ufficiale.
 
Il salone del nuovo hotel Intourist di Baku  è il trionfo dell’arredamento sovietico anni 70:   tende plasticose   bianco esausto , indescrivibile moquette sintetica  con disegni  finto tappeto persiano, massicci tavoloni di legno e luci al neon.
Probabilmente anche il cibo era sintetico  seppur commestibile se siam qui per raccontarlo .


Hotel nuovo Intourist – Baku 

Al termine  della cena i tre si avviano all’ascensore: metallo dorato le pareti , la solita moquette alta  per terra.
 
L’amico schiaccia il pulsante e si ritrova le dita appiccicose e sporche di una strana sostanza scura.
 
Neppure il tempo di esclamare  “maccheschif…” che ci accorgiamo che anche il tappeto della moquette è zuppo e ci sono di un paio di macchie sulla parete : sono impronte di una mano , dello  stesso colore rossiccio .
Appiccicoso, denso ,rosso, ma  sembra…sangue.
Ma è sangueeeeeeeee!!!!!!!!!
 
Le porte dell’ascensore  si aprono dopo qualche secondo scoprendo la visione di tre tremebondi quindicenni spalla contro spalla che cercano di non muoversi per non toccare nulla.
 
Scaraventatisi fuori si trovano davanti  sul pavimento di marmo dell’ingresso  la distinta traccia delle orme insanguinate di due persone  .
Le seguono  ,come ipnotizzati ,sino all’uscita della grande porta girevole dell’hotel , dove la scia si interrompe bruscamente.
 
La  nostra  guida ci trova in fondo alle impronte insanguinate ,con la faccia a punto di domanda , gli occhi fissi al ito dell’amico sporco di rosso e la suola delle nostre scarpe.
 
La paura di finire interrogati da un enorme poliziotto azero in un sottoscala  svanisce solo quando il custode dell’hotel e la guida ci spiegano che era stato solo un  normale litigio tra due gentiluomini all’ingresso del ristorante.
 
Due insulti , il nervo ribolle , uno tira un gancio l’altro lo  infila  con una lama.
La cosa stupefacente è che un attimo dopo i due acerrimi nemici  per sfuggire alla polizia  sono scappati insieme, sorreggendosi l’un l’altro sino all’uscita.
Poi sono saliti sulla stesso taxi abusivo che si è allontanato sgommando proprio quanto dall’altra parte arrivava  una  macchina della polizia.
 
 Da allora mi chiedo se li avran presi e soprattutto…
chi  avrà pagato la corsa?
 
 

IL RICHIAMO DELLA SIBERIA ?


Cosa vuoi che faccia un ragazzo davanti alla tivvù:  mordicchia pezzi di pane, mangiucchia caramelle, assaggia noccioline e divora merendine.

Lo Zarevich no .Lui sgranocchia con metodo e fragor di denti tutto il ghiaccio del congelatore, cubetto dopo cubetto. 

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